Il termine Dumka (dal termine slavo per “pensiero” o “riflessione”) evoca il dialogo costante tra malinconia e slancio vitale, cifra poetica della musica popolare dell’Europa orientale. Clarke ne rilegge il significato attraverso la propria sensibilità modernista, fondendo linee melodiche intense a un linguaggio armonico raffinato, dove i timbri di violino, viola e pianoforte si fondono e si contrastano come voci di un’unica coscienza.
Scritta nel 1941, Dumka rappresenta uno dei momenti più maturi della produzione cameristica di Clarke: una meditazione sull’identità e sul dialogo interiore, che si apre con un canto malinconico e si espande in una serie di contrasti ritmici e tematici, fino a dissolversi in un finale sospeso.
Nel video RSI, la regia valorizza la dimensione intimista e contemplativa dell’opera, sottolineando i gesti di ascolto reciproco tra gli interpreti, in un equilibrio perfetto tra luce e ombra, tra tensione e quiete.
Con questo nuovo progetto discografico, Rebecca Clarke: Music for Violin, Viola and Piano, si restituisce voce a una delle figure più significative – e troppo a lungo dimenticate – della musica del Novecento, pioniera nel coniugare profondità emotiva e libertà formale. Dumka è forse il suo ritratto più sincero: un pensiero che si fa suono, un dialogo che continua a parlare al presente.
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The term Dumka (from the Slavic word for “thought” or “reflection”) evokes the constant dialogue between melancholy and vital impulse — a poetic hallmark of Eastern European folk music. Clarke reinterprets this idea through her own modernist sensibility, blending intense melodic lines with refined harmonic language, where the timbres of violin, viola, and piano merge and oppose each other like voices of a single consciousness.
Composed in 1941, Dumka stands among the most mature achievements of Clarke’s chamber output: a meditation on identity and inner dialogue that opens with a melancholy song and unfolds through a series of rhythmic and thematic contrasts, eventually dissolving into a suspended, introspective ending.
In the RSI video, the direction enhances the intimate and contemplative nature of the work, highlighting the performers’ gestures of mutual listening in a perfect balance between light and shadow, tension and stillness.
With this new recording project, Rebecca Clarke: Music for Violin, Viola and Piano, voice is given back to one of the most significant — and too long forgotten — figures of twentieth-century music, a pioneer in uniting emotional depth and formal freedom. Dumka is perhaps her most truthful portrait: a thought transformed into sound, a dialogue that continues to speak to the present.
